Il settore distributivo
Struttura e trasformazioni
Il settore del commercio in provincia di Novara è stato profondamente influenzato, nel corso degli anni '90, dalle trasformazioni in atto nell'apparato distributivo a livello regionale e nazionale. La distribuzione moderna, nelle sue diverse tipologie, ha raggiunto ormai una concentrazione paragonabile a quella delle grandi aree metropolitane, sia per numero di punti vendita, sia per addetti, sia per superficie occupata.
Anche in provincia di Novara, come peraltro nel resto del Piemonte, il bilancio occupazionale del settore del commercio è stato dunque caratterizzato dalla crescita dell'occupazione dipendente e da una drastica riduzione del numero di titolari operativi, che hanno subito la forte crisi del commercio al dettaglio.
Le trasformazioni non hanno riguardato soltanto l'apertura di un notevole numero di ipermercati, l'arrivo di nuove catene, la maggiore concorrenzialità di supermercati e ipermercati e la conseguente ridefinizione del settore del commercio tradizionale, con la crescita del segmento del "tradizionale evoluto". Le modificazioni dell'assetto distributivo hanno investito anche il settore del commercio all'ingrosso, ridefinendone strutture, tipologie e reti territoriali.
Un primo dato quantitativo di rilievo riguarda il numero e la superficie degli esercizi della rete distributiva. Tra il 1995 e il 1997 (i dati precedenti sono invece disponibili per la vecchia provincia di Novara: cfr. Tab. 7), gli esercizi fino a 80 mq si riducono di circa 200 unità, mentre sono stabili o in crescita tutte le altre tipologie. In soli tre anni i supermercati passano da 45 a 59 e sono distribuiti su 16 comuni, a fronte di una presenza di 2 ipermercati (nei comuni di Borgomanero e Novara), 3 centri commerciali (nei comuni di Cerano, Suno e Trecate) e 4 grandi magazzini (Arona, Trecate e due a Novara).
Importante è anche la presenza di esercizi extra-alimentari del comparto della distribuzione moderna (351 al 1997, con una superficie media di 587 mq, significativamente maggiore di quella media regionale).
Tabella 7 - Numero di esercizi della rete distributiva in provincia di Novara (1991-1997)
| <80 mq | 81-199 mq | Minimercati | Supermercati | Ipermercati | Grandi magazzini |
Centri commerciali |
Extra-alim. <199 mq |
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| 6.909 | 1.170 | 39 | 39 | 3 | 8 | 2 | 497 | |
| 6.840 | 1.197 | 41 | 39 | 3 | 9 | 4 | 481 | |
| 6.682 | 1.199 | 40 | 41 | 3 | 8 | 4 | 508 | |
| 6.460 | 1.236 | 47 | 45 | 3 | 8 | 4 | 505 | |
| 3.963 | 902 | 33 | 45 | 2 | 4 | 3 | 357 | |
| 1996 | 3.889 | 906 | 32 | 55 | 2 | 4 | 3 | 329 |
| 3.766 | 910 | 36 | 59 | 2 | 4 | 3 | 351 | |
| Nota: fino al 1993 i dati riguardano l avecchia provincia di Novara Fonte: Regione Piemonte, Assesorato al Commercio |
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Dal punto di vista della superficie, ipermercati e centri commerciali al 1997 utilizzavano una superficie di oltre 20.000 mq, supermercati e Minimercati di quasi 62.000 mq. La densità degli esercizi commerciali è molto elevata sia per quanto riguarda il rapporto tra abitanti e totale degli esercizi (72,83, valore inferiore soltanto a quello di Torino), sia per quanto riguarda la superficie commerciale per abitante nel segmento dei supermercati.
Complessivamente, il processo di modernizzazione del settore distributivo non sembra comunque essersi compiuto. Il numero di ipermercati e dei centri commerciali, ma anche di hard discount (19 in tutta la provincia al 1996) è infatti relativamente limitato e presenta ulteriori prospettive di crescita, anche in ragione del rafforzamento di alcuni centri come veri e propri poli commerciali.
I dati relativi alle richieste di nullaosta regionali evidenziano negli anni più recenti una certa dinamicità della domanda (oltre 15 richieste di nullaosta tra il 1995 e il 1997) che ha riguardato alcuni i segmenti più moderni della distribuzione al dettaglio, ma anche le strutture di servizio al commercio ed il commercio all’ingrosso.
Contemporaneamente, non sembra essersi arrestato il processo di contrazione del numero degli esercizi commerciali al minuto. Uno sviluppo equilibrato del settore moderno pare essere la condizione per la riarticolazione e l'innovazione nel segmento tradizionale.
Dal punto di vista territoriale, la ristrutturazione del sistema distributivo ha riguardato in particolare alcune subaree (l’Ovest Ticino, Arona e il Borgomanese) e alcuni comuni (Castelletto sopra Ticino, Borgomanero, Trecate, oltre a Novara).
Dal punto di vista occupazionale, anche in provincia di Novara diminuisce l’occupazione nel settore, per effetto della composizione tra il calo dei lavoratori autonomi e una crescita più contenuta dei lavoratori dipendenti.
Le novità introdotte dal Decreto Bersani
Le trasformazioni in corso nel comparto distributivo devono essere adeguatamente collocate sullo sfondo della ridefinizione delle "regole del gioco" che ha investito il settore dopo il decreto Bersani ("Riforma della disciplina relativa al settore del commercio", a norma dell’art. 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59, approvata come decreto legislativo nel marzo del 1998). La riforma muta profondamente lo scenario dell’apparato commerciale, prevedendo la liberalizzazione delle superfici sino a 250 mq nei comuni con oltre 10.000 abitanti e sino a 150 mq in tutti gli altri comuni; la licenza di esclusiva competenza comunale per le superfici di vendita da 250 a 2.500 mq nel comuni sopra i 10.000 abitanti e tra 150 a 1.500 mq negli altri; un meccanismo di approvazione basato sul rilascio di una licenza comunale, previo parere di una Conferenza dei servizi convocata con la partecipazione della Regione, della Provincia e, senza diritto di voto, di altri comuni interessati e delle associazioni di categoria e di difesa dei consumatori, per le superfici di oltre 2.500 mq nei comuni con più di 10.000 abitanti e di 1.500 mq negli altri.
Queste trasformazioni istituzionali e regolamentative potranno avere effetti rilevanti sia sull’evoluzione della struttura distributiva, sia sul rapporto tra dettaglio moderno e tradizionale.
Inoltre, la riforma ridefinisce le competenze istituzionali, assegnando alle Regioni un compito di programmazione della rete distributiva e alle province un ruolo rilevante di coordinamento e di programmazione a scala sovracomunale.