Il settore agricolo
Riso ... e non solo
Le caratteristiche e le tendenze in atto nel sistema agricolo della provincia di Novara devono essere collocate in una prospettiva che si pone all’intersezione tra l’analisi delle dinamiche recenti di mercato, la valutazione dei mutamenti del quadro istituzionale delle politiche agricole nazionali e comunitarie, l’evoluzione storica degli assetti strutturali della produzione e del complesso rapporto che essa intrattiene con il territorio.
Utilizzando la chiave interpretativa proposta nelle recenti Relazioni dell’IRES Piemonte, possiamo individuare nel sistema economico agricolo novarese la presenza di un’area agricola "forte", la pianura risicola fortemente specializzata che occupa quasi interamente la zona meridionale del territorio provinciale e che si salda con le grandi aree a coltivazione di riso nel Pavese e nel Vercellese, e di altre aree meno forti ma comunque interessanti: l’area collinare vinicola della Val Sesia, la floricultura sul Lago Maggiore e diverse aree di allevamento e produzione del latte, anche nelle zone confinanti con il VCO.
Il tema centrale, per una interpretazione del peso economico del settore agricolo nella struttura dell’economia novarese, è quello del settore del riso, e dei profondi processi di ristrutturazione, con forti rischi di declino, che lo stanno attraversando. Le vicende delle ultime settimane, con le decisioni dell’Unione Europea di aumentare la quota di importazioni extracomunitarie di riso e le proteste vibranti da parte dei coltivatori italiani e delle loro associazioni, hanno posto anche all’attenzione dei media nazionali il tema del destino della produzione risicola.
Alcuni dati consentono di collocare nelle sue giuste dimensioni il fenomeno. Al 1997 la superficie totale coltivata a riso in Italia è stata di 232.835 ha, di cui 114.284 in Piemonte e 33.846 ha nella provincia di Novara, per una quota di circa il 30% sul totale regionale e di circa il 14,5% sul totale nazionale. Per quanto riguarda invece la produzione, a fronte di un totale nazionale di 1.442.000 tonnellate e regionale di 700.000 tonnellate, la produzione in provincia di Novara ha raggiunto nel 1997 le 210.000 tonnellate.
Le caratteristiche delle aziende presenti sul territorio permettono di parlare di un settore risicolo fortemente industrializzato, con un numero importante di aziende di dimensione medio-grande, nel quale è occupata manodopera anche giovane e fortemente specializzata.
Il numero di addetti nel settore agricolo (e in particolare nel settore del riso) è diminuito drasticamente nel corso degli anni ’90, in ragione dei processi di ristrutturazione aziendale e dell’introduzione di nuovi macchinari. Dal punto di vista sociale, questo processo ha comportato una uscita dal settori di coltivatori più anziani, che non sono stati sostituiti e che comunque spesso continuano a lavorare nell’azienda. Resta tuttavia importante, anche quantitativamente, il peso occupazionale del settore, soprattutto nella subarea della Pianura.
La crisi del mercato risicolo
Questi pochi dati evidenziano la rilevanza del settore risicolo a livello regionale e nazionale. Tuttavia, le aziende della provincia di Novara, così come l’intero settore risicolo italiano, stanno attraversando una fase di forte crisi. La crisi agricola, come evidenziato da un recente rapporto Nomisma ("Il mercato del riso. Scenari e proposte") è esplosa negli ultimi due anni presentando aspetti crescentemente strutturali, essendo legato da un lato a un forte calo delle quotazioni (tra il –20% e il –30% per il prezzo del risone tra il 1995 e il 1997), accompagnato da una drastica riduzione della domanda, che ha rallentato fino a raggiungere una situazione di stasi nell’inverno 1997/98.
A fronte di questa crisi di mercato, l’offerta nel corso degli ultimi anni è rimasta sostanzialmente stabile, anche in ragione del contingentamento imposto dall’UE.
Il settore risicolo accusa dunque una crisi profonda, dovuta alle difficoltà di collocamento del prodotto, tanto che per la campagna 1997/98 si è dovuti ricorrere al contingentamento del prodotto. Le cause della crisi sono dunque di natura strutturale, e riguardano anche l’assetto istituzionale delle regole del mercato (anche in ragione dei recenti interventi dell’UE che hanno permesso, a seguito di accordi WTO, un aumento delle importazioni di notevoli quantitativi di prodotto di provenienza extra-comunitaria).
Se si osservano i dati provinciali su una scala temporale più lunga (1991-1997), si può osservare che la superficie a riso è complessivamente cresciuta fino al 1993, per poi calare drasticamente negli ultimi anni (cfr. Tabella 6). Secondo alcune stime, nel corso del 1998 la superficie coltivata si è ancora ridotta, anche per l’adesione di molte aziende alle norme di rotazione obbligatorie fissate dal Regolamento CEE 2078/92 che distribuisce contributi e premi per l’agricoltura ecocompatibile.
Tabella 6 – Superficie e produzione agricola per colture , 1991-1997. Provincia di Novara
| 1991 | 1993 | 1995 | 1997 | |||||
| Superf. | Produzione | Superf. | Produzione | Superf | Produzione | Superf | Produzione | |
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Riso
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31.900 | 2.000.000 | 35.460 | 2.087.290 | 34.600 | 2.050.000 | 33.846 | 2.100.000 |
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Altri cereali
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24.850 | 1.598.612 | 21.300 | 1.186.225 | 20.625 | 1.507.316 | 19.835 | 1.802.190 |
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Coltiv. industr.
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3.502 | 183.130 | 1.798 | 196.267 | 1.865 | 153.937 | 5.020 | 324.885 |
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Ortaggi
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310 | 1.834 | 300 | 6.931 | 321 | 5.529 | 312 | 6.804 |
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Frutta
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362 | 44.845 | 402 | 62.675 | 390 | 48.867 | 354 | 50.662 |
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Uva
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1.343 | 77.305 | 1.077 | 65.510 | 1.027 | 42.830 | 985 | 53.300 |
| Nota: la superficie è calcolata in mq, la produzione in quintali Fonte: Regione Piemonte, Assessorato all’Agricoltura |
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La situazione di crisi del settore del riso pone problemi di grande rilievo all’insieme dell’agricoltura novarese e più complessivamente alla gestione e programmazione territoriale a scala provinciale. La filiera del riso è infatti la componente principale di un settore agricolo che ha un ruolo centrale nell’economia novarese. Secondo stime di diversa fonte, il contributo complessivo della filiera agricola alla produzione del valore aggiunto complessivo della provincia di Novara si aggira intorno al 20%, coinvolgendo i settori della chimica, dell’alimentare, dei trasporti, del credito.
Politiche e azioni di sostegno
Proprio questo ordine di considerazioni ha portato a proporre una legge regionale (di iniziativa della Provincia di Novara) per l’istituzione di un Distretto Agro-Industriale del Riso. La proposta, alla quale si sono aggiunte anche proposte relative alla definizione del Distretto Floricolo del Lago Maggiore e del Distretto Vinicolo che interessa soprattutto i comuni della Val Sesia, è tuttora in discussione in Regione Piemonte.
Dal punto di vista delle politiche agricole, la provincia di Novara, che pure ha evidenziato una buona capacità di usufruire di finanziamenti comunitari (in particolare quelli legati al Regolamento CEE 2078/92 per la promozione dell’agricoltura ecocompatibile, che incentivano la rotazione delle colture), è stata penalizzata dall’esclusione dalle aree degli obiettivi 5a e 5b. Inoltre, soprattutto per quanto riguarda il settore risicolo, il tessuto produttivo della provincia di Novara sconta anche alcuni problemi di qualità del prodotto, che si accompagnano ai mutamenti della domanda sia domestica, sia internazionale.
Dai dati qui analizzati sembra dunque che immaginare un futuro dell’agricoltura novarese significhi proporre una maggiore integrazione tra salvaguardia di ampie quote di produzione cerealicola, ristrutturazione della filiera agro-industriale (oggi troppo sbilanciata a favore del settore della distribuzione) e individuare forme di integrazione tra politiche agricole, ambientali, del turismo e della salvaguardia e valorizzazione delle risorse storico-culturali della "pianura del riso".
Insieme al settore della produzione del riso, rivestono un ruolo importante per la provincia di Novara, anche in termini dimensionali, le altre produzioni del settore cerealicolo, in particolare la produzione del mais. Relativamente limitata è la produzione del settore ortofrutticolo, mentre, dopo un periodo di forte crisi, è il crescita settore vinicolo. I comuni della subarea della Val Sesia, in particolare, producono un buon numero di vini a denominazione di origine controllata, e, anche in ragione del susseguirsi di ottime annate per il vino in tutto il Piemonte, ha ripreso a crescere, dopo anni di riduzione, la superficie coltivata a vite per il mercato, anche a fronte di una riduzione della superficie coltivata per autoconsumo.
Un ruolo importante, ha anche il settore della produzione del latte. Un buon numero di aziende, bene organizzate, produce infatti latte di qualità, anche sperimentando produzioni biologiche.
Sul Lago Maggiore è presente e consolidato un settore florivivaistico, che oggi cerca un riconoscimento e un sostegno attraverso l'istituzione di un Distretto riconosciuto dalla Regione Piemonte. Anche questo settore risente pesantemente della concorrenza internazionale, più in sintonia con l'evoluzione della domanda. Rilevante è anche l'impatto ambientale di questa attività, basata su grandi estensioni di serre, per ora non adeguatamente normate sia in termini urbanistici, sia rispetto alla loro interferenza con ambienti di grande valore paesaggistico.
Un altro settore potenzialmente importante, ma bisognoso di regolamentazione e sostegno, è quello dell’agriturismo, che riguarda per ora prevalentemente le aree settentrionali della provincia, ma che in prospettiva potrebbe interessare anche la pianura risicola, nel quadro di una strategia di riqualificazione territoriale e di recupero della bassa novarese.