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L'articolazione territoriale

Last update: 10 November 2025, 12:45

Definire un ambito territoriale significa identificare una matrice di caratteri (morfologico-territoriali, economico-sociali, funzionali in un'accezione estensiva) specifica dell'area in esame e - nel contempo - individuare una peculiare rete di relazioni intrattenute con il territorio. Tale esercizio, anche se condotto nella sequenza logica corretta, presenta in ogni caso notevoli gradi di complessità e di ambiguità. In particolare, la differente scala alla quale si producono le relazioni economico-territoriali rende difficoltosa la definizione univoca di un ambito territoriale, in quanto un'area può appartenere a molteplici pertinenze territoriali in funzione della specifica relazione osservata.
Pur scontando questa serie di difficoltà, occorre osservare che tale lavoro può contare su una accumulazione di analisi, su una disponibilità atti pianificatori e sulla sedimentazione di "senso di appartenenza" in grado di indirizzarlo opportunamente.
Sulla scorta di tale "archivio" conoscitivo e delle risultanze del lavoro analitico/interpretativo condotto, che ha preso in esame la struttura e l'evoluzione economico-sociale (popolazione e attività produttive) insieme a caratteri morfologico-territoriali (struttura insediativa, fattori ambientali, reti infrastrutturali, ecc.), si propone una articolazione economico-territoriale basata sulla suddivisione della provincia in sei subaree (Tav.0).
Le considerazioni svolte nel seguente paragrafo daranno quindi conto dei principali ragionamenti che hanno condotto alla partizione territoriale adottata (anticipando in questo modo alcuni argomenti che verranno sviluppati nel prosieguo del lavoro) e delle connessioni che tale perimetrazione stabilisce con i macro-ambienti identificati nel cap. 1.2.

Subarea Novara
Entro il panorama economico-territoriale dell'area, il capoluogo assume un ruolo decisivo, accresciutosi in termini relativi con la creazione della nuova Provincia. In questo senso, Novara si propone come l'unico centro urbano provinciale di taglia rilevante a scala regionale, in grado di stabilire significative connessioni, anche grazie al buon posizionamento sulla rete autostradale e ferroviaria, con altri centri capoluogo.
Il comune pesa infatti circa un terzo sul totale di popolazione e addetti della provincia, concentra le principali funzioni di servizio, alcune di rilevanza anche sovra provinciale, e presenta le problematiche tipiche dei centri medi ad economia matura. Permanenza di una dinamica demografica positiva, grazie ai tassi di immigrazione, con fenomeni di invecchiamento meno accentuati rispetto ad altri centri di analoga dimensione; crisi della grande impresa sia pubblica che privata che dà luogo a fenomeni di dismissione/riuso di aree industriali; crisi di alcuni settori di specializzazione tradizionale (chimica, alimentare, tessile-abbigliamento, meccanica) non sufficientemente compensata dalla crescita occupazionale di altri comparti; riconversione in senso terziario della base economica urbana che genera tensioni sia sul versante occupazionale che territoriale (es. crisi del commercio al dettaglio e affermazione della grande distribuzione, con effetti noti sul numero degli addetti impiegati, sulla domanda di spazi, sul traffico indotto, ecc.), azioni di riconversione/rafforzamento di strutture qualificate di ricerca e formazione (università e centri di ricerca); riaggiustamento strutturale nel settore creditizio: si presentano come fattori che caratterizzano in modo peculiare il capoluogo rispetto al resto del territorio provinciale e regionale.
In questo senso, pur non trascurando le connessioni territoriali di breve raggio, dovute anche a fenomeni di traboccamento di residenze e attività economiche (gli accenni di conurbazione, soprattutto verso l'Ovest Ticino in direzione di Galliate e Trecate; le aree produttive in San Pietro Mosezzo, ecc.), pare opportuno dedicare al capoluogo un'attenzione specifica.

Subarea Pianura
La subarea della pianura occupa la parte meridionale della provincia e si estende anche ad alcuni centri a nord/nord-ovest del capoluogo, presentando caratteri territoriali che segnano la forte continuità con le province confinanti di Pavia e Vercelli. Caratterizzata da comuni di piccola dimensione demografica e bassissima densità insediativa, ha come punti di riferimento per servizi anche di base i poli di Novara, Vercelli e Vigevano.
Il territorio è dominato dalle colture risicole - e in misura decisamente minore da altre colture cerealicole - che influenzano sia il paesaggio che la struttura degli insediamenti urbani.
Il comparto industriale appare complessivamente piuttosto debole, se si esclude una certa presenza di attività legate alla trasformazione dei prodotti agricoli e un polo in comune di S. Pietro Mosezzo che funzionalmente appartiene alla città di Novara.
Complessivamente la subarea appare connotata da indici assai modesti di dinamicità della struttura economico-sociale e territoriale.

Subarea Arona-Lago Maggiore
La subarea Arona-Lago Maggiore occupa la porzione nord-orientale della provincia e risulta incardinata alla struttura insediativa che insiste sulla sponda sud-occidentale del Lago Maggiore. Tale sub-area risulta parte integrante del sistema territoriale lacuale che caratterizza la fascia prealpina piemontese e lombarda.
La struttura insediativa di tale subarea è connotata da fenomeni di conurbazione, il cui centro principale è senz'altro Arona, mentre Castelletto sopra Ticino risulta il secondo centro per importanza e Dormelletto il terzo.
La struttura economica è fortemente segnata dalla morfologia territoriale. L'economia dell'area, infatti, attinge in modo rilevante alle risorse turistiche e ambientali rappresentate dal lago e dalla collina prealpina e risulta piuttosto dinamica. Significativa la presenza di alberghi, di servizi per attività congressuali e per la relativa domanda turistica, così come altrettanto rilevante risulta il fenomeno delle seconde case. Importante anche l'attività florovivaistica.
Le caratteristiche economiche e territoriali incidono anche sulla struttura sociale dell'area. Attraverso la trasformazione delle abitazioni di villeggiatura in "prime case", si è infatti registrata una robusta iniezione di popolazione anziana (alla ricerca delle amenity ambientali offerte da lago e collina) che ha contribuito in misura significativa a mantenere su buoni livelli il tasso di crescita della popolazione, ma anche a spostare la struttura per classi d'età dell'area verso le coorti meno giovani.
Seconde case e immigrazione di popolazione abbiente contribuiscono anche a mantenere in tensione il mercato immobiliare, connotando anche per questa via in modo peculiare l'area.

Subarea Val Sesia
La subarea Val Sesia si presenta come una zona di confine, estremamente aperta verso le province di Vercelli e di Biella.
Come ogni zona di confine risulta territorialmente poco estesa (è composta da pochi comuni, perlopiù di modeste dimensioni) e presenta caratteri ambivalenti. Sotto il profilo morfologico, infatti, è caratterizzata dal graduale passaggio dall'ambiente della pianura a quello della collina. Sotto il profilo funzionale, risulta fortemente interconnessa (il tasso di pendolarismo interprovinciale risulta non a caso piuttosto elevato) alle aree della Bassa Val Sesia e del Biellese.
La struttura economica di questi comuni è connotata da una buona specializzazione manifatturiera nel settore tessile e da una struttura industriale organizzata attraverso piccole e medie imprese (oggi però in evidente crisi). Accanto a ciò si registra la presenza di un'agricoltura prevalentemente collinare, specializzata in produzioni vitivinicole.
In termini evolutivi, la subarea si presenta come un'area a basso tasso di dinamicità economica, tanto che sia la popolazione che l'occupazione appaiono flettenti.

Subarea Borgomanero
La subarea di Borgomanero appartiene a pieno titolo a quel macro-sistema economico-territoriale, fortemente specializzato nell'industria leggera, che caratterizza la fascia pedemontana piemontese e lombarda.
Tale subarea presenta inoltre un elevato grado di articolazione interna.
Il principale elemento che innerva il territorio è rappresentato dalla SS 229. Si tratta di un vero e proprio asse di crescita industriale che attraversa la subarea, trovando i suoi punti di forza in Borgomanero, Gozzano, Orta San Giulio (e, anche se leggermente "disassati", Pogno e San Maurizio D'Opalio), e che la connette a sud verso Novara e a nord verso Omegna e la direttrice Domodossola-Sempione.
Si tratta complessivamente di un'area, soprattutto in alcune sue porzioni, dalle spiccate caratteristiche "distrettuali", caratterizzata da un fitto tessuto di piccole e medie imprese fortemente specializzate (valvolame, rubinetteria, ma anche industria tessile), da una forte propensione all'innovazione, da una notevole apertura internazionale (significativa la quota di export sul totale della produzione industriale), da un buon grado di dinamicità complessiva e di benessere economico.
In questo quadro, Borgomanero, pur non dimenticando la sua tradizione industriale, si è progressivamente trasformato in centro di servizi per l'intera subarea, assumendo il ruolo di località centrale di rango due entro la provincia.
Rilevanti sia dal punto di vista morfologico territoriale, sia dal punto di vista economico, le aree di interesse turistico del Lago d'Orta e del Mottarone.

Subarea Ovest-Ticino
La subarea Ovest-Ticino comprende tutti i comuni che appartengono all'ambito segnato dall'asta del Ticino. Si tratta di un'area "intermedia" che, potendo anche contare su un'asse infrastrutturale trasversale forte (in primis autostrada e ferrovia), gradua il passaggio dalla struttura economico-territoriale metropolitana (tipica del Magentino, dell'Abbiatense e del Gallaratese/Bustocco) a quella della pianura Novarese.
Sotto il profilo territoriale, questa funzione di "cerniera" é immediatamente leggibile osservando il gradiente negativo che caratterizza il passaggio dalla trama insediativa densa/quasi densa dell'Est Ticino a quella più rada della pianura Novarese occidentale.
Da una parte, infatti, la subarea appare caratterizzata da processi di urbanizzazione (afferenti sia a residenze che ad attività produttive) più acerbi, anche se in via di intensificazione, rispetto a quelli in opera sulla sponda orientale del fiume. Dall'altra, invece, il quadro insediativo, se comparato a quello tipico della pianura risicola/cerealicola, appare connotato da un'urbanizzazione più densa e da centri (come Trecate, Galliate, Oleggio, Cameri) di dimensioni maggiori rispetto quelli che caratterizzano la parte più occidentale della provincia.
Analogamente, l'Ovest Ticino, presentando un'accentuata articolazione del modello economico-territoriale e potendo accedere a servizi di rango metropolitano, denota i caratteri tipici delle aree di "transizione".
Da una parte, infatti, si registra la ormai storica presenza della grande impresa di origine prevalentemente esogena, localizzata nella porzione meridionale dell'area, operante sia nel settore chimico (oggi in fase di deciso declino) sia nel settore estrattivo (comparto invece in forte crescita).
Dall'altra, invece, la subarea può contare sulla presenza un fitto tessuto di piccole e medie imprese, di natura quasi distrettuale, specializzate nella produzione tessile-abbigliamento (in particolare costumi da bagno) e localizzate nella parte più settentrionale (Oleggio, Varallo Pombia, ecc.).
Infine, la possibilità di accesso ad un "servizio primaziale", quale l'hub di Malpensa (al netto di alcuni evidenti problemi di collegamento ancora non risolti), costituisce un'opportunità decisiva per inserire l'area nei circuiti internazionali di produzione e di scambio, coniugando per questa via alcuni vantaggi tipici dei sistemi produttivi territoriali periferici (robusta struttura produttiva, migliore integrazione sociale, disponibilità di spazi a costi relativamente contenuti, minor congestione, qualità ambientale, ecc.) a quelli caratteristici dei sistemi metropolitani (elevata accessibilità a funzioni di eccellenza).


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