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San Nazzaro Sesia

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A ovest di Novara e al confine con la provincia di Vercelli, il piccolo centro di San Nazzaro Sesia è tutt'oggi caratterizzato da un'economia fondamentalmente agricola, in cui le coltivazioni di riso e cereali occupano un ruolo predominante. Vivace è la tradizione gastronomica, fatta di antichi sapori contadini.

San Nazzaro Sesia, west of Novara, is characterized by an agricultural economy with crops of rice and cereals. Important is the traditional food made of old country tastes.

Abitanti/Inhabitants number:
702
Superficie/Surface:
kmq: 11,50
Altitudine sul mare/Altitude:
153 m
Denominazione degli abitanti/Inhabitants:
sannazzaresi
Altre località/Towns:
Devesio, Molino Giara
Cascine/Farms:
Bronzina, Dossi, Mirabello, Ronchi, Tensi
Festa patronale/Patrons: 
Ss. Nazzario e Celso
Telefono/Phone:
Prefisso 0321
Codice Postale/Postal code:
28060

 

 

L'abbazia benedettina dedicata ai Santi Nazzario e Celso è il più importante complesso abbaziale di tutto il Novarese e Vercellese e uno dei più significativi dell'Italia settentrionale. A fondarla è nel 1040 il vescovo di Novara Riprando, appartenente alla famiglia dei conti di Biandrate, su un antico e decaduto edificio già monastero dei Benedettini, riservando per sè e per la sua famiglia il diritto di decima. Situata in una posizione strategica, nei pressi di un guado del fiume Sesia, viene fortificata dal XIII secolo per la difesa durante il periodo delle sanguinose lotte fra Novara, Vercelli e Milano. La vita all'interno dell'abbazia scorre tra un'alternanza di lotte, saccheggi e momenti di tregua fino al 1429, anno in cui viene designato abate, con bolla pontificia, Antonio Barbavara, che sarà un perfetto abate e "signore feudale". La sua reggenza durerà a lungo, fino al 1467. Durante questo periodo vengono compiute, nel complesso abbaziale, grandi migliorie sia dal punto di vista patrimoniale che di organizzazione agricolo-comunitaria, introducendo nuove colture e bonificando i terreni. I secoli trascorrono tra momenti di splendore e di decadenza fino a che la Repubblica Cisalpina, nel 1801, confisca i beni abbaziali. In seguito subentrano dei privati che, noncuranti, adibiscono i locali a depositi agricoli, portandoli a uno scandaloso degrado. Verso la metà del nostro secolo, grazie alle massicce opere di restauro, l'abbazia riprende il suo originario splendore. Il complesso è circondato da alte mura di difesa con torri rotonde poste agli angoli e torrione d'accesso. All'interno delle mura sono ubicati vari edifici costruiti nell'arco dei secoli. Dell'antica costruzione romanica rimangono l'atrio disposto su due piani con nartece incorporato e il campanile. Quest'ultimo è una poderosa torre a pianta quadrata la cui muratura è in ciottoli di fiume disposti a spina di pesce e intercalati da mattoni collocati orizzontalmente. I sei piani sono scanditi da una serie di archetti pensili. La chiesa, costruita nel XV secolo, è un esempio di architettura gotica-lombarda. La facciata è a capanna, con portale ogivale e rosone centrale riccamente decorati da cornici fittili. L'interno è a tre navate, con volte a crociera costolonate; l'abside è pentagonale. Sulle pareti laterali, a destra, si possono ammirare due affreschi quattrocenteschi. Uno, commissionato dall'abate Antonio Barbavara, raffigura San Nazzario, o forse San Bove, a cavallo, con a destra Santa Caterina e San Rocco e a sinistra San Celso e una martire, ed è datato 1468. L'altro affresco, risalente al 1464, raffigura la Madonna con Bambino in trono con angeli musicanti, inserita in un'insolita struttura architettonica; ai lati San Sebastiano e Sant'Angelo. Il chiostro, quattrocentesco, è a pianta quadrata e ha grandi arcate con volte a crociera. Ricchi fregi in cotto decorano, perimetralmente, la balconata del chiostro. Interessante il ciclo degli affreschi tardoquattrocenteschi che decorano le pareti del porticato e rappresentano episodi della vita di San Benedetto.

 

The Benedictine abbey dedicated to St Nazzario and St Celso is the most important complex of the kind in the areas of Novara and Vercelli and stands out as one of the most interesting in Northern Italy. The abbey was founded in 1040, on the remains of an ancient and ruined Benedictine monastery, by the bishop of Novara Riprando, a member of the family of the Counts of Biandrate, who assigned the due rights to his family. Set on a strategic position, near a ford on the river Sesia, the abbey was fortified in the 13th century, during the perios of violent struggles opposing Novara, Vercelli and Milan. The life in the abbey went throught an alternation of plunders and periods of peace until 1429, when Antonio Barbavara was appointed abbot by a papal bull. Until his death, in 1467, he was to be a perfect abbot and a good feudal lord. Under his rule the community flourished: the patrimony of the abbey increased and agriculture thrived; new crops were introduced and new lands were farmed. The abbey went on experiencing splendor and decline until the expropration by the Repubblica Cisalpina (1801). Later, private owners used the rooms as warehouses, causing a state of sad neglect. In the mid-20th century the abbey was restored to its original splendor. The complex is surrounded by high defensive walls with round towers at the corners and a main entrance tower. Inside the walls stand various buildings, erected over the centuries. The remains of the ancient Romanesque building consist of the two-story atrium with narthex and the massive bell tower, built of rubble masonry laid in courses of stone and brick. The six stories are marked by blind arches. The church, erected in the 15th century, is an example of the Lombard-Gothic architecture; the façade is gabled and features a pointed portal an a rose window splendidly decorated with terracotta frames. The interior has a nave and two aisles with rip vaults; the apse is pentagonal. The wall to the right features has two beautiful 15th-century frescoes. The former, dating from 1468, was commissioned by the abbot Antonio Barbavara: it depicts St Nazzario on horseback, flanked to the right by St Catherine and St Rocco. The latter fresco, dating from 1464 and depicting an Enthtoned Madonna with Child and musician angels, is inserted in an unusual architectural frame; to the left and right are St Sebastian and St Angel. The 15-century cloister is built to a square plan and has ample cross-vaulted arcades; beautiful terracotta friezes embellish the loggia. An interesting series of frescoes from the late 15th century decorate the walls of the portico; they represent episodes from the life of Benedict.

Edificato intorno al 1590, fu poi fatto demolire e ricostruito nella seconda metà del XVIII secolo; della costruzione originaria ha conservato, oltre all'immagine miracolosa della Madonna, sotto la quale scorre l'antica fonte, la semplicità e il fascino del luogo. All'interno si possono ammirare un altare marmoreo risalente al 1782 con paliotto decorato e un affresco del pittore valsesiano Lorenzo Peracino, datato 1767, che decora il catino centrale dell'abside e raffigura l'Assunta e l'Immacolata. Un altro ciclo di affreschi, datato 1817, raffigura la vita della Vergine ed è opera di Giovanni Avondo.

 

Built around 1590 and eventually demolished, this church was reconstructed in the second half of the 18th century, preserving from the original building the miraculous image of the Madonna, placed over the ancient fountain, the charming setting and the simple atmosphere. On the interior note the marble altar with decorations on the front, and a fresco from 1767 by Lorenzo Peracino, a painter from the Valsesia; in the ceiling of the apse are depictions of the Assumption and the Conception. Other frescoes by Giovanni Avoldo illustrate the life of the Virgin Mary.

L'oratorio campestre dedicato a San Rocco, situato fuori dell'abitato, è documentato per la prima volta nel 1773, in occasione della visita pastorale di monsignor Orsini, all'epoca vescovo di Vercelli. Sicuramente la sua origine è antecedente a questa data, perchè sulle pareti interne dell'edificio vi sono affreschi datati 1754 ed eseguiti da Lorenzo Peracino il Vecchio.

 

The country oratory dedicated to St Rocco, located out of town, is documented as early as 1773, in a report by “monsignor” Orsini, bishop of Vercelli. The origins of the church, however, are certainly earlier, as confirmed by the inscription 1754 visible in the frescoes on the interior, painted by Lorenzo Peracino.

Il Parco naturale regionale "Lame del Sesia" è uno degli ambienti protetti più singolari d'Europa per le "lame", le anse del fiume Sesia che si trasformano in stagni tranquilli quando il fiume è in piena. Proprio in queste lame sono presenti un'avifauna assai rara oltre a piante autoctone, interessanti spunti per laboratori didattici e visite guidate organizzate all'interno del parco.

 

The natural regional park “Lame del Sesia” is among the most interesting sanctuaries in Europe. This extraordinary environment includes the “lame”, the ponds formed by the bends of the river Sesia during the flood. The peaceful waters of the lame and their shores are home to rare birds and indigenous plants, and provide useful hints for school workshop and natural trips.

Definito come il "museo didattico dell'iconografia del riso e del suo territorio" è organizzato con immagini accattivanti che illustrano il riso visto come elemento del paesaggio, come risorsa per l'uomo nel tempo, come coltura agraria, come oggetto di cultura e immagine. Una sezione è dedicata alla "Mostra dei ceppi", radici modellate da Piero Baudo, singolare artista del legno.

 

This museum dedicated to the land of the rice-fields is a sort of “didactic iconography of rice and its territory” and displays a series of interesting images. Rice is seen as an element of the landscape, as an alimentary resource, as a rural activity, and is also related to culture and communication. The section entitled “mostra dei ceppi” displays eccentric sculptures made with roots, modelled by Piero Baudo, a wood artist.

 

Photogallery

 

 
 

 

 


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