I risvolti negativi e i problemi dello sviluppo insediativo
Ultimo aggiornamento: 20 giugno 2025, 14:37
La localizzazione insediativa lineare lungo le principali strade ha determinato una serie di effetti negativi: problemi di funzionalità e sicurezza per la mobilità, depauperamento del paesaggio, alterazione dei caratteri insediativi originari dei centri urbani, effetti sui costi generali di infrastrutturazione del territorio, irrazionalità dell’assetto insediativo unitamente ad una scarsa qualità morfologica.
Unica eccezione, sebbene rara, alcuni casi di pianificazione preordinata di alcune aree di nuovo insediamento, destinate ad aree industriali attrezzate o a piani di zona per l’edilizia residenziale.
Contestualmente all’occupazione disordinata del suolo nelle estensioni del territorio urbano, sono state oggetto di abbandono quote significative del patrimonio edilizio esistente.
Contemporaneamente non risultano sufficientemente considerati gli aspetti di inserimento ambientale che solo negli ultimi anni sono divenuti materia di valutazione preliminare, anche se non ancora decisiva, delle scelte insediative.
All’esterno delle aree urbane consolidate, il risultato complessivo è quello di un paesaggio in cui insediamenti disorganici si alternano a squarci di paesaggio agrario e si confrontano con tessuti edilizi storici consolidati.
Su questo stato degli insediamenti si manifestano oggi, oltre alle carenze sopra elencate, i segnali di una tendenza all’esaurimento, o almeno all’attenuazione, della spinta di una crescita essenzialmente quantitativa.
Pur in presenza di alcune dinamiche espansive, si manifesta una maggiore attenzione verso la qualità del prodotto edilizio e delle condizioni di vita derivanti dalle caratteristiche degli insediamenti. Ciò risulta sia nelle aree interessate dal fenomeno della seconda casa, sia nelle iniziative di riqualificazione urbana, sia nelle scelte di localizzazione "strategica" degli insediamenti produttivi.