Territorio - 2^ parte: l'agricoltura
Riso... e non solo! Le risaie, queste sterminate distese d'acqua in cui si riflette il paesaggio circostante, rappresentano l'elemento caratterizzante della pianura novarese, cui conferiscono un fascino particolare soprattutto nei mesi primaverili. D'altro canto la risicoltura, fondata sul corretto e sapiente uso del rapporto fra terra ed acqua, rappresenta per la provincia di Novara un elemento imprescindibile a livello non solo economico ma anche sociale, ambientale e culturale. La produzione risicola può infatti essere considerata sia una consolidata e fondamentale pratica di utilizzo del territorio sia un'attività produttiva che ha fortemente caratterizzato la realtà locale, determinandone le strutture produttive da un lato e quelle urbanistiche dall'altro. Rispetto all'anno precedente il 2009 ha visto un significativo incremento (+6%) della superficie coltivata, che ha raggiunto i 35.000 ettari: si tratta del maggior investimento provinciale a riso degli ultimi 13 anni. I risultati conseguiti sono stati ragguardevoli anche a livello di entità delle produzioni con rese stimabili intono ai 65 quintali/ettaro, con punte di 75-80 quintali/ettaro. Non bisogna quindi stupirsi se la Bassa novarese, con ben 609 aziende dedite a questa attività, sia annoverata tra i maggiori mercati risicoli d'Europa e sia nota per la spiccata propensione all'eccellenza, visto che nel corso del tempo si è specializzata nella produzione di varietà tra le migliori al mondo, quali il riso Nero Venere, il riso Carnaroli ed il riso Baldo. E' importante evidenziare come la coltivazione del riso, nonostante sia praticata da secoli, non abbia mai perduto appeal poiché consente di perseguire sempre nuovi obiettivi e soddisfare sempre nuove ambizioni: lo sviluppo di nuovi settori dell'industria alimentare destinati alla produzione di cibi derivanti da questo cerale (es. pasta, latte di riso, ecc...), l'evoluzione delle tecniche di coltivazione e commercializzazione, il rapporto simbiotico con l'ambiente sono solamente alcuni esempi della perenne modernità di questo cereale. Cereali Degni di menzione sono anche i dati produttivi inerenti la coltivazione di altri cereali. Per quanto riguarda il mais, la superficie coltivata è aumentata rispetto al 2008 (12.800 ettari nel 2009), confermando peraltro un trend in via di affermazione negli ultimi anni, e la resa, avendo raggiunto i 105 quintali/ettaro nel 2009, è superiore alla media provinciale del 2008. Nel 2009 la superficie coltivata a soia è aumentata addirittura del 30%, passando dai 500 ettari del 2008 ai 600 ettari del 2009, con produzioni in media con i dati storici del territorio (30 quintali/ettaro). Per quanto concerne il frumento tenero, la resa è passata dai 41 quintali/ettaro del 2008 ai 46 quintali/ettaro del 2009. Sotto il profilo occupazionale la sola coltura dei cerali, ivi compreso il riso, è caratterizzata dalla presenza di 866 addetti (dato rilevato nel Dicembre 2008). Ortofrutticoltura In questo comparto particolare importanza riveste la produzione di uva da tavola (uva americana o uva fragola), concentrata essenzialmente in due zone: la prima comprendente i Comuni di Suno, Oleggio e Mezzomerico e la seconda costituita dai Comuni di Landiona e Carpignano. Nel 2009 la superficie coltivata è stata stimata in circa 70 ettari e la resa media è stata di 70 quintali/ettaro. Zootecnia Il patrimonio zootecnico provinciale non ha subito variazioni rilevanti rispetti al passato, fatta eccezione per la costante tendenza all'aumento dei capi bufalini (+14% nel 2009). Peraltro è opportuno ricordare come una parte considerevole del latte vaccino prodotto venga destinata ai caseifici presenti sul territorio provinciale per la preparazione di formaggi molto noti e pregiati, quali il gorgonzola e le tome; in particolare degli 809.500 quintali di latte vaccino prodotto, circa 770.000 quintali sono commercializzati come latte fresco o trasformati in formaggio, mentre la parte rimanente viene riutilizzata in allevamento. Apicoltura L'apicoltura rappresenta indubbiamente un settore di notevole rilevanza nell'ambito dell'economia agricola locale. Il punto di forza è costituto dalla produzione di miele di Acacia, che storicamente raggiunge livelli di eccellenza sia sotto il profilo quantitativo (nel 2009 fino a 40 Kg di miele per alveare) che sotto il profilo qualitativo, visto che la purezza e la limpidezza sono i suoi tratti distintivi. Oltre a quest'ultima, il territorio offre anche interessanti produzioni di mieli di Castagno, Tiglio, Millefiori e Melata di Metcalfa. L'affermazione del settore apistico è sicuramente riconducibile alla competenza e alla professionalità degli operatori: si pensi che quasi la metà dei circa 200 apicoltori è costituita da veri e propri produttori apistici, ovverosia professionisti in grado di commercializzare il proprio prodotto, i quali detengono il 93% degli alveari complessivi, con una consistenza media aziendale di 230 alveari. I vini novaresi La provincia di Novara vanta la presenza di vitigni che possono essere collocati ai vertici dell'eccellenza nella produzione vinicola piemontese. Quella novarese è infatti una produzione vinicola fortemente orientata al raggiungimento di un elevato standard qualitativo, come testimoniano la presenza di quattro DOC, Boca, Fara, Sizzano e la gamma Colline Novaresi, e di una DOCG, il Ghemme. Si tratta di vini importanti, che necessitano di almeno tre anni di invecchiamento e possono oltrepassare il decennio mantenendo inalterate le loro caratteristiche (il Ghemme può addirittura raggiungere i trent'anni); si tratta altresì di vini facilmente abbinabili non solo ai piatti della tradizione gastronomica locale ma anche a quelli della cucina internazionale, nonchè ottenuti da vitigni presenti sul territorio da tempo immemore: Nebbiolo in primis, ma anche Vespolina, Croatina e Bonarda. Il 2009 è stato un'annata particolarmente favorevole vista l'ottima, in alcuni casi persino eccellente, qualità delle uve. Anche sotto il profilo quantitativo la produzione è stata considerevole, essendo aumentata del 5% rispetto al 2008 con un rendimento complessivo di circa 37.000 quintali di uva da vino. La superficie coltivata invece, con i suoi 667 ettari, è rimasta pressoché invariata. Le aziende vitivinicole locali sono 56 per un totale di 158 addetti (quest'ultimo dato risale a Dicembre 2008).
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