RELAZIONE ILLUSTRATIVA
2. INQUADRAMENTO ECONOMICO-TERRITORIALE
DELLA PROVINCIA DI NOVARA E STRATEGIE PER LO SVILUPPO
Il lavoro di analisi e di interpretazione delle informazioni e di raccolta delle opinioni e delle prospettive espresse dagli opinion leader coinvolti nella fase di definizione del quadro conoscitivo del piano, ha consentito di collocare la provincia di Novara, sotto il profilo socio-economico, nel contesto regionale e interregionale, essendo particolarmente forti le relazioni di questo territorio sia con la regione Piemonte sia con la regione Lombardia. I suoi caratteri distintivi sono emersi essere:
  • una regione di cerniera, adiacente e in parte interna all’area metropolitana milanese, della quale condivide alcuni tratti tipici, ma anche territorio dalle maglie ancora larghe, non ancora afflitto da gravi fenomeni di congestione;
  • un crocevia infrastrutturale, dei sistemi autostradali, ferroviari e aeroportuali;
  • un’area dall’antica tradizione industriale, dai distretti industriali, dall’agricoltura industrializzata, forte anche nelle colture specializzate, dall’economia turistica;
  • una struttura demografica "sana", meno pesantemente toccata dai processi di invecchiamento e di decremento;
  • un territorio dalla risorse ambientali straordinarie.

I tratti principali dell’analisi sono esprimibili sinteticamente con il metodo di valutazione SWOT (Strength, Weaknesses, Opportunities, Threat), finalizzato a identificare i punti di forza e di debolezza del sistema locale alla luce delle opportunità, dei rischi e delle sfide che si manifestano nell'ambiente esterno e - conseguentemente - a tratteggiare scenari evolutivi in grado di esemplificare possibili traiettorie di sviluppo della provincia.

Punti di forza (Strength) Punti di debolezza (Weakness)
La provincia di Novara è una "regione cerniera", collocata in una posizione geografica (tra le due aree metropolitane del nord Italia e all’intersezione tra gli assi Lione-Trieste-Est Europa e Centro Europa-Sempione-Genova-Mediterraneo) e infrastrutturale (rete autostradale, rete su ferro e nuovo scalo di Malpensa 2000) privilegiate. L'importanza del Polo logistico di Novara offre opportunità per interventi e azioni che potranno avere ricadute sia territoriali sia occupazionali. Il necessario ammodernamento delle reti è in ritardo rispetto ai processi in corso. Le infrastrutture dello sviluppo sono oggi insufficienti: le reti per la mobilità non sono ancora interconnesse.

Malpensa 2000 finora ha portato prevalentemente disagi (inquinamento acustico) per la popolazione novarese.
Il ruolo degli enti locali è riconosciuto dai principali interlocutori economici e sociali.

Si stanno avviando forme di cooperazione interistituzionale. Sono forti le attese nei confronti del PTP e le richieste di coordinamento dell’azione pubblica.
Non è sempre facile il rapporto con la Regione Piemonte.

Non sufficientemente sfruttate alcune occasioni importanti di accesso a sostegni finanziari nazionali e comunitari. Vi sono ritardi nell'avvio di azioni coordinate di pianificazione e di governo.
E’ presente un forte network di attori economico-sociali, rappresentativi di un tessuto ricco e articolato. La società locale è relativamente coesa ed è presente una buona condivisione dei grandi obiettivi strategici. E’ bassa la propensione all’azione "congiunta" per la realizzazione di investimenti che rafforzino il "capitale fisso sociale", anche per la presenza di un certo conservatorismo.
E’ debole la capacità di lobbying territoriale
La situazione demografica è favorevole, soprattutto rispetto alle altre province del Piemonte: la popolazione è giovane e ancora in crescita (+1,8% della popolazione tra il 1991 e il 1996). Gli scenari demografici al 2003 evidenziano una certa capacità di attrazione della popolazione, ma il saldo migratorio relativo potrebbe non compensare le dinamiche di medio periodo del saldo naturale.
E’ in corso un aumento delle abitazioni totali e occupate, che ha riguardato in particolare la subarea dell’Ovest-Ticino, ma anche il comune di Novara. Cresce il fenomeno delle seconde case nelle zone turistiche. Il mercato immobiliare ha avuto nel corso degli anni ’90 andamenti decrescenti, in linea con quanto accaduto in tutto il Paese.
L’economia novarese complessivamente "tiene". I tassi di disoccupazione sono contenuti (di poco inferiore al 5%) e non sono presenti violenti conflitti sociali. Le dinamiche congiunturali recenti segnalano un netto rallentamento. Situazioni di crisi nella chimica e nel tessile.
Vi è una concentrazione dei problemi occupazionali nella città di Novara.
La tradizione imprenditoriale del novarese è antica: è forte una cultura d’intrapresa radicata localmente. La grande impresa "fordista" è in difficoltà (ridimensionamento del polo chimico novarese e difficoltà di grandi imprese come la Bemberg di Gozzano) o in fase di ristrutturazione (editoria, settore alimentare).
Il settore agricolo è forte e industrializzato, centrato su un tessuto di imprese ben organizzate. Grandi potenzialità anche nei settori vitivinicolo e del florovivaismo. La coltura del riso sta affrontando un periodo di gravi difficoltà di mercato e di ridefinizione della regolamentazione istituzionale del settore.

Il florovivaismo stenta a trovare il proprio spazio nel mercato europeo, in modo compatibile con la tutela paesistica.
La provincia è ricca anche dal punto di vista delle risorse energetiche: il campo petrolifero Agip (con il polo petrolchimico di San Martino di Trecate) è fra i più importanti d'Europa. La presenza del campo e del polo petrolchimico è a forte impatto e rappresenta un fattore di alto rischio ambientale.
Le royalty non sono finalizzate alla realizzazione di piani e progetti adeguatamente definiti ed estesi.
La provincia di Novara ha sperimentato diversi percorsi di sviluppo, tra loro complementari:
- il percorso dalla grande impresa manifatturiera che nella città capoluogo si accompagna allo sviluppo di servizi di rango elevato;
- il percorso centrato sul settore agroindustriale dei cereali e in particolare del riso e sull’uso intensivo del suolo nella pianura novarese;
- il percorso caratterizzato dalla presenza di distretti industriali e di aree di specializzazione produttiva basate sulle piccole e medie imprese nell’area che va da Borgomanero al Basso Cusio e in parte dell’Ovest-Ticino;
- il percorso legato alle risorse turistiche e ambientali dell’ecologia lacuale nella parte meridionale del Lago Maggiore e del Lago d’Orta.
La compresenza di una pluralità di percorsi di sviluppo non è stata omogenea.
  • Alcuni modelli di sviluppo locale (quello basato sull’agricoltura intensiva e quello centrato sulla grande impresa) sono in crisi.
  • Altri ritardano nel processo di modernizzazione (quelli turistico e della floricoltura).
  • Altri ancora sono in una delicata fase di transizione (i distretti industriali).

E’ mancata una politica territoriale di sviluppo locale che sapesse assumere e valorizzare queste differenze.

Il tessuto delle PMI è ricco e diversificato sotto il profilo settoriale e della dinamicità imprenditoriale.
Sono presenti due principali sistemi locali con caratteri distrettuali: il distretto meccanico della rubinetteria e del valvolame tra San Maurizio D’Opaglio e Borgomanero e il distretto del tessile/abbigliamento nell’area di Oleggio-Varallo Pombia con estensioni nella medio bassa pianura.

Il tessuto delle PMI è fortemente export-oriented.
Mancano aree industriali dotate di infrastrutture e servizi, adatte alla localizzazione di nuove imprese.

La delimitazione istituzionale dei distretti non rispecchia la loro realtà territoriale e organizzativa.

I vantaggi del distretto meccanico (rubinetteria tra Borgomanero e basso Cusio) sono ancora troppo legati alla competitività dei prezzi.

Alcune filiere produttive tradizionali (tessile e abbigliamento) sono in difficoltà nel nuovo contesto competitivo.
Sono presenti e fortemente radicate sul territorio aziende di credito che hanno avuto un ruolo storico nella promozione dello sviluppo locale: la Banca Popolare di Novara e la Banca Popolare di Intra. L’accesso al credito da parte delle PMI e alle imprese artigiane è limitato. Sono forti i problemi di finanziamento per i progetti imprenditoriali innovativi.

La dimensione tipica delle banche locali non consente un ruolo da protagonista nei processi di accorpamento.
Novara è con Vercelli e Alessandria sede del polo dell’Università del Piemonte Orientale. Sono localizzate a Novara facoltà altamente qualificate.

Novara è storicamente un importante polo della ricerca, dotato di centri di eccellenza di gran tradizione (Ist. Donegani, Ist. Metalli Leggeri).

Possibilità di coordinamento e azione fra università, istituti di ricerca e imprese nella ricerca e sviluppo per la chimica, la medicina e la farmaceutica.
L’offerta formativa è scarsamente diversificata, soprattutto nei corsi di laurea più legati alla struttura produttiva caratterizzante il contesto novarese. Mancano in particolare offerte formative nel segmento dei diplomi universitari. Le strutture e i poli tradizionali della ricerca sono stati ridimensionati: è in corso una "fuga di cervelli".
Sono presenti imprese innovative in settori ad alta tecnologia (chimica fine, materiali), nelle quali è impegnato capitale umano altamente qualificato. E’ insufficienti l’offerta di professionalità qualificate, sia a livello operaio sia ai livelli superiori. Manca una politica complessiva del capitale umano, dalla formazione professionale alla formazione universitaria e post-universitaria.
La provincia ha straordinarie risorse ambientali: i due laghi, il Mottarone, il Ticino, il Sesia, l’area collinare, che cominciano ad essere valorizzate in una politica turistica a scala locale. Il settore turistico è importante ma fragile, soprattutto perché poco innovativo e legato a una struttura d’impresa tradizionale.
Manca un’offerta adeguata nei servizi a sostegno e a complemento del turismo ricreativo e nel segmento del turismo d’affari.
Novara è ormai un polo di livello regionale nel sistema dei servizi. Buona è l’offerta nei settori dei servizi alle persone (sanità, assistenza, scuola e università). La terziarizzazione che ha investito la provincia e soprattutto il polo novarese ha riguardato innanzi tutto i servizi alle imprese meno qualificati: è modesto il tessuto delle imprese private di servizi ad alto valore aggiunto.
E’ qualificata l’offerta nel settore del commercio e della distribuzione grande e piccola.
Cresce la capacità del piccolo commercio di posizionarsi in segmenti di qualità.
Non si è arrestata la contrazione dei servizi commerciali al minuto.
Non è del tutto satura l’offerta di strutture della grande distribuzione commerciale.

Opportunità (Opportunities) Rischi (Threats)
Effetti virtuosi della realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali previsti per il territorio novarese:

sviluppo degli effetti indotti dalla realizzazione delloscalo Malpensa 2000;

sviluppo del settore della logistica e dell’intermodalità (pieno dispiegamento delle attività del CIM);

alta capacità ferroviaria e riassetto del sistema delle infrastrutture sugli assi N/S ed E/O.

Aggravarsi dell'impatto ambientale di Malpensa 2000.
Crescente concorrenzialità di altre aree rispetto alla localizzazione di funzioni pregiate e di nuove imprese e alla capacità di appropriarsi degli spillover dei grandi progetti infrastrutturali:
  • l’area milanese sul fonte dell’alta direzionalità e del terziario avanzato;
  • i poli logistici di Verona e di Mortara rispetto al settore della logistica delle merci nel Nord Italia
  • le province della Lombardia occidentale rispetto agli effetti di Malpensa 2000;
  • le province lombarde e Vercelli rispetto all’offerta insediativa.
Sviluppo del polo universitario e integrazione con il sistema della ricerca e dell’innovazione. Impoverimento complessivo del capitale umano e progressiva "estroversione" della struttura economica della provincia (incapacità di trovare un profilo e crescente dipendenza da Milano).
Presenza di strumenti di concertazione già operativi (tavolo di concertazione) e programmati (Agenzia, intesa sulle aree industriali di Novara). Paralisi decisionale e "confrontation game" relativamente alle funzioni e all’operatività dell’Agenzia per lo Sviluppo.
Disponibilità nazionali e europee di incentivo e di trasferimento di know how per progetti di riqualificazione urbana e ambientale. Progressiva e ulteriore riduzione delle risorse e dei finanziamenti diretti allo sviluppo locale da parte dell’UE (con la ridefinizione degli obiettivi territoriali nel nuovo Programma Quadro) e del Governo nazionale (con un’ulteriore accentuazione degli sforzi verso le regioni meridionali).
Processi di decentramento di competenze e di snellimento burocratico (pianificazione territoriale, formazione professionale, sportello unico, autonomia degli atenei universitari, ecc.). Indebolimento delle capacità tecniche e finanziarie degli enti pubblici.
Innovazioni radicali nella struttura del sistema del credito e degli intermediari finanziari e introduzione di strumenti innovativi di finanziamento. Perdita del radicamento territoriale delle grandi banche popolari del novarese per effetto dei processi di globalizzazione.
Possibile avvio regionale di un distretto agro-industriale risicolo e del vino Aspettative di crisi strutturale delle colture risicole.
Elevata domanda di qualità ambientale e urbanistica dei nuovi insediamenti. Spinte speculative sul fronte immobiliare, in relazione ai grandi progetti in corso di attuazione, con conseguente riduzione della qualità ambientale e della qualità della vita.

Lo scenario virtuoso Lo scenario "critico"
Capacità di cogliere l’occasione della realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali per consolidare un ruolo della provincia come "area cerniera" di livello europeo e per favorire la creazione e la localizzazione di nuove imprese legate ai settori della logistica e del primo trattamento delle merci. Incapacità di realizzare le necessarie "infrastrutture per lo sviluppo" e riduzione del ruolo potenziale di Novara da snodo logistico e infrastrutturale di livello europeo a zona a sviluppo stagnante o addirittura declinante, estranea ai grandi circuiti internazionali materiali e immateriali.
Qualificazione di Novara come polo dei servizi al sistema produttivi, della ricerca e dell’università, fortemente integrato con i sistemi produttivi locali. Posizionamento del polo novarese come polo complementare, non competitivo, rispetto a Milano. Mancata connessione tra polo universitario e polo della ricerca, con conseguente affermazione per il polo novarese di un modello di terziarizzazione centrato sui servizi meno innovativi.
Rafforzamento della vocazione industriale della provincia, attraverso lo sviluppo della competitività delle PMI sui terreni dell’innovazione, della qualità e della ricchezza del capitale umano. Crisi del modello di crescita centrato sulle PMI in ragione della crescente concorrenzialità di prezzo di altri sistemi produttivi locali italiani ed esteri e in mancanza di una forte capacità di innovazione e qualificazione dei prodotti.
Rilancio di uno sviluppo "ambientalmente sostenibile" del settore turistico, fortemente intrecciato alla valorizzazione del patrimonio storico ambientale e paesaggistico. Riduzione della qualità ambientale e della qualità della vita, in ragione della realizzazione di operazioni e progetti non coordinati, ad elevato consumo di suolo e impatto ambientale.
Evoluzione market-oriented della produzione risicola, più rispettosa dell'ambiente e forte valorizzazione dei prodotti tipici nei segmenti delle colture non industrializzate. Crisi del settore della produzione risicola e riduzione drastica del peso dell’agricoltura nell’equilibrio economico-produttivo complessivo del novarese.
Capacità di coordinamento e programmazione tra istituzioni e attori sociali, e di realizzazione di progetti e politiche comuni. Buon funzionamento dell’Agenzia di Sviluppo e di altri strumenti di coordinamento (sportello unico, agenzie di sviluppo a livello di distretto, etc.). Buona capacità di progettare e implementare politiche "abilitanti" per lo sviluppo locale. Crisi e paralisi dei processi decisionali. Incapacità di realizzare progetti condivisi. L’Agenzia diventa più un ostacolo che un veicolo per costruire azioni comuni.
Ruolo crescente della provincia di Novara nei confronti delle Regioni, del Governo e dell’UE. Forte capacità di lobbying e di marketing territoriale. Forte capacità di coordinamento delle azioni dei comuni e di coinvolgimento dei comuni nell’elaborazione delle strategie di sviluppo. Debolezza crescente delle istituzioni e degli enti locali. Scarsa programmazione e scarso coordinamento delle azioni svolte dalle singole comunità locali.

Dalla consapevolezza dei punti di forza e di debolezza di questo territorio e degli scenari che si possono aprire nasce la definizione delle linee di indirizzo del piano, che muove dalla spiccata articolazione del sistema economico -territoriale Novarese, proponendosi una strategia che punti alla valorizzazione delle notevoli risorse locali e alla complementarietà funzionale rispetto alla regione urbana milanese.


Gli obiettivi generali possono essere così espressi:

  • rafforzare la vocazione industriale della provincia, favorendo anche la creazione e la localizzazione di nuove imprese
  • puntare sulla qualità e sull'innovazione del sistema produttivo.
    In questo scenario il sistema industriale locale deve puntare su modelli di produzione che facciano leva sul sapere, sulla qualità e sulla continua innovazione. Occorre quindi rafforzare la capacità competitiva del sistema delle imprese locali nei segmenti alti del mercato, accentuando l'offerta di beni di elevata qualità, fortemente differenziati, innovativi, capaci di incorporare servizi e conoscenze a elevato valore aggiunto.
  • rafforzare le interdipendenze tra le imprese e tra queste e il sistema dei servizi
    Inoltre, è opportuno estendere e infittire il reticolo di interdipendenze infrasettoriali e intersettoriali tra le imprese locali, operando per allungare e rafforzare la filiera produttiva "a monte e a valle", per accentuare la divisione del lavoro e la collaborazione tra imprese locali e per connettere tra loro aziende operanti in settori differenti. In questo quadro, risulta strategico promuovere una decisa crescita del sistema dei servizi, soprattutto nel segmento a supporto delle PMI locali, e nel contempo promuovere un'efficiente integrazione tra questi ultimi e il settore industriale.
  • migliorare la competitività del sistema territoriale
    Per perseguire questa strategia occorre inoltre intervenire per rendere più efficienti le condizioni ambientali di contesto (infrastrutture, servizi generali, qualità dell'ambiente costruito e non costruito, ecc.) e agire per rafforzare il reticolo di relazioni tra economia, società, istituzioni e territorio.
  • conquistare un ruolo importante nel settore della logistica delle merci
  • tutelare e valorizzare le risorse ambientali, paesistiche e storico culturali; ridurre e moderare gli impatti ambientali
  • sviluppare un turismo ambientalmente sostenibile
  • adottare metodi di produzione agricola di minore impatto, compatibili con le esigenze di protezione dell’ambiente; favorire la diversificazione colturale.

Obiettivi di questa natura richiedono strategie fortemente articolate a livello territoriale.

Area
Strategia
Politiche
NOVARA connettere azioni di qualificazione dell’offerta dei servizi a misure di rafforzamento della struttura industriale nei segmenti tecnologicamente avanzati. promozione della funzione universitaria;
creazione di un sistema integrato della ricerca;
rafforzamento dei servizi avanzati a supporto dell’intero sistema delle imprese a scala provinciale e regionale;
riorganizzazione del sistema creditizio;
potenziamento della logistica delle merci.
riqualificazione urbanistica e sviluppo di progetti integrati di vasta area connessi a obiettivi economico-sociali
LA PIANURA valorizzare la produzione risicola;
rafforzare la rete dei servizi alla persona per impedire un ulteriore indebolimento demografico dei comuni di minore dimensione.
migliorare il rapporto agricoltura-territorio (sistemazione del paesaggio agrario, impiego di pratiche e di tecnologie a basso impatto ambientale, rispetto della residenza e delle attività ad essa connesse, sviluppo di iniziative nel settore dell’agriturismo e della valorizzazione del patrimonio storico);
ridefinire il rapporto con il mercato attraverso la trasformazione in senso market oriented della produzione risicola;
rafforzare le relazioni produttive con le altre attività della filiera risicola (industria di trasformazione, attività di produzione e fornitura di mezzi tecnici per la produzione, con la relativa assistenza e con i servizi connessi, attività finanziarie, assicurative, professionali).
favorire l’accesso degli imprenditori agricoli agli aiuti finanziari e organizzativi di settore, in particolare a quelli comunitari
sostenere il sistema distributivo nelle aree "a rischio".
LE AREE LACUALI
E COLLINARI
valorizzare le risorse ambientali e ricercare sinergie tra politiche ambientali, turistiche e di sostegno alle produzioni agricole ad elevato valore aggiunto. rafforzare e qualificare l’offerta turistica (predisposizione di misure volte ad accrescere la dimensione media d’impresa, azioni di marketing turistico finalizzate all’inserimento dell'area nella rete dei grandi tour operator, nei circuiti del turismo congressuale e del turismo d’affari);
valorizzare alcune aree attraverso iniziative economiche compatibili con l'integrità dell'ambiente (promozione di "turismo verde", legato alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali, incentivazione della realizzazione di attrezzature sportive, ricreative e per il tempo libero, attivazione di iniziative per l’agriturismo);
sostenere le produzioni agricole di qualità (miglioramento delle produzioni tipiche, in particolare vitivinicole; organizzazione di attività formative; predisposizione di servizi di consulenza tecnica, gestionale, commerciale; supporto ad attività agro-industriali; incentivazione di attività eno-gastronomiche; formazione di strutture sovra-aziendali, come consorzi di vendita, gruppi di acquisto, strutture associative); favorire l’accesso degli imprenditori agricoli agli aiuti finanziari di settore, in particolare a quelli comunitari.
I DISTRETTI INDUSTRIALI
della Subarea
di Borgomanero
e della Subarea
Ovest Ticino
sostegno alle PMI locali attraverso interventi di tipo post entry. misure che puntano a ridurre il peso degli oneri burocratici e amministrativi (supporto alla creazione di "sportelli unici", ex Dlgs. 112/98, organizzati in forma consortile);
iniziative volte a migliorare qualitativamente l’offerta di aree produttive (piani degli insediamenti produttivi caratterizzati da un percorso procedurale breve, da un'accentuata flessibilità delle destinazioni d'uso, da plasticità dell’offerta edilizia, da buona qualità sia dell'assetto urbanistico e planivolumetrico complessivo sia della tipologia edilizia dei fabbricati, da un'efficace promozione e gestione delle iniziative, da un'accorta dotazione di infrastrutture fisiche/tecnologiche e di servizi collettivi, informativi e "strategici");
interventi finalizzati a favorire la diffusione di alcuni fattori di sviluppo di natura prevalentemente immateriale (miglioramento delle capacità di accesso a informazioni e conoscenze strategiche; incentivazione dello scambio di esperienze tra le imprese locali e tra queste ultime e imprese di altre aree, università, centri di ricerca, istituzioni locali; costituzione di centri servizi e centri tecnologici con la diretta partecipazione sia progettuale che finanziaria delle piccole e medie imprese locali; realizzazione di corsi di formazione per profili professionali emergenti e/o di difficile reperibilità sul mercato del lavoro locale - e corsi di formazione per manager e potenziali imprenditori).

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