QUADRO ANALITICO CONOSCITIVO
IL SISTEMA PROVINCIALE E LE SPECIFICITÀ LOCALI
2.4. L'ASSETTO GEOAMBIENTALE
2.4.1. I valori, le risorse, risorse
2.4.2. Il quadro normativo
2.4.3. Il ruolo della provincia e gli obiettivi
2.4.4. La metodologia e le fasi attuative
2.4.5. Le unità geoambientali
2.4.6. Gli indirizzi per la pianificazione provinciale e comunale
2.4.7. Lo sviluppo in fase attuativa
TAVOLE


2.4.1. I valori, le risorse, i rischi
Nel territorio della Provincia di Novara, anche dopo la separazione dalla Provincia del V.C.O., sono presenti aree con caratteristiche geologico ambientali abbastanza diversificate.
Queste caratteristiche rappresentano un sistema di valori geoambientali e di risorse molto vario, da quelli legati all'ambiente lacustre e montano con l'eccezionale patrimonio idrico, la varietà della geomorfologia prealpina, e le conseguenti grandi opportunità turistiche in comune con la sovrastante Provincia del V.C.O, sino a quelle più caratteristiche della pianura con le grandi potenzialità agricole legate alle caratteristiche dello stato di alterazione pedogenetico e alle risorse idriche superficiali e sotterranee, passando attraverso aree intermedie collinari con particolari condizioni idrogeologiche e ambientali.
Le peculiari condizioni oroidrografiche e la grande varietà di ambienti geologico-geomorfologici con le relative caratteristiche dinamiche (torrentizia e fluviale, localmente anche gravitativa, nonché lacustre) rappresentano altresì fattori limitanti e penalizzanti per l'assetto territoriale che, pur essendosi realizzato storicamente su aree con minor problema-tiche idrogeologiche, ha risentito comunque di una distribuzione dell'urbanizzazione più recente anche su aree di vario livello di pericolosità geomorfologica.
Difesa dai rischi geologici, sfruttamento corretto delle risorse e tutela dei valori geoambientali devono quindi essere obiettivi fondamentali di una politica del territorio, ma occorre essere consapevoli che il pieno conseguimento contemporaneo di tutti gli obiettivi non è sempre raggiungibile ma al massimo è perseguibile un soddisfacente compromesso delle varie esigenze.
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2.4.2. Il quadro normativo
Il quadro normativo di tipo geologico nell'ambito della pianificazione di interesse provinciale è quanto mai complesso.
Occorre distinguere fra normativa specifica della pianificazione territoriale provinciale, costituita sostanzialmente dalla L.R. n. 56/77 e dalla L. n. 142/90 che forniscono, in modo assolutamente sintetico, i principi informatori di tale pianificazione, ma rispetto ai quali mancano ancora riferimenti ed esempi applicativi reali, dalla normativa specifica dei vari settori della pianificazione "geologica in senso lato" che riguarda in larga misura competen-ze statali e regionali ma relativamente alle quali la Provincia assume spesso funzioni delegate.
Tali normative sono molto articolate e complesse e in parte anche molto vecchie (T.U. sulle acque, approvato con R.D. 25 Luglio 1904, n. 523; vincolo idrogeologico, approvato con R.D. 30 Dicembre 1923, n. 3267; norme sull'attività estrattiva con R.D. 29 Luglio 1927, n. 1443), in parte decisamente più recenti sia sul territorio nazionale (D.M. 11/3/88 sulle Norme geotecniche; D.P.R. n.236 del 24/5/88 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano; L. 18/5/89 n. 183 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della Difesa del Suolo e s.m.i.), sia in ambito regionale piemontese come la normativa relativa alla pianificazione urbanistica (L.R. n. 56/77 e s.m.i.) e all'attività estrattiva (L.R. n. 69/78 e s.m.i.).
A tale quadro normativo si sono aggiunte in tempi recenti una serie di normative e di momenti pianificatori di vario livello e complessità:
A livello nazionale:
  • i momenti applicativi della L. 183/89 attraverso il Piano Stralcio per la difesa idrogeologica e della rete idrografica del bacino del Fiume Po.
  • il recentissimo D.L. 11 Giugno 98 n. 180 (Decreto Ronchi) convertito in Legge n. 267 del 3 Agosto 1998 recante misure di salvaguardia delle aree a rischio idrogeologico.

A livello regionale:

  • la circolare P.G.R. n. 7 LAP del 8 Maggio 1996, sulla pianificazione geologica di livello comunale.
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2.4.3. Il ruolo della provincia e gli obiettivi
Il ruolo della Provincia nell'ambito della pianificazione geoambientale può svolgersi su vari livelli.
Il primo livello riguarda la necessità di individuazione di criteri generali per il corretto svolgimento di funzioni già delegata alla Provincia stessa, quali il controllo dello sfruttamento delle risorse idriche, della qualità dell'acqua e dell'aria, degli scarichi e dei rifiuti.
Un secondo livello riguarda le competenze che specificatamente la normativa vigente attribuisce alla pianificazione territoriale provinciale, ossia:
o le indicazioni territoriali e normative da seguire, precisare e introdurre nella formazione e adeguamento degli strumenti urbanistici;
o l'individuazione delle porzioni di territorio da sottoporre a particolare disciplina ai fini della tutela delle risorse primarie, della difesa del suolo da dissesto idrogeologico, della prevenzione e difesa dell'inquinamento, definendo nel rispetto delle competenze statali, i criteri di salvaguardia;
o la definizione dei criteri, degli indirizzi e degli elementi territoriali per la formazione di programmi e interventi di settore;
o la proposta di particolari discipline e prescrizioni relative a materie di competenza regionale;
o la messa a punto di linee di indirizzo territoriale relative allo smaltimento dei rifiuti, alla tutela ed uso delle risorse idriche e dello smaltimento dei reflui e alle attività estrattive.
Un terzo livello è quello relativo al fatto che il processo di decentramento in atto conti-nuerà, attraverso normative varie, ad attribuire alla Provincia funzioni sostitutive o comunque di supporto a quelle centrali ma che la Provincia potrà svolgere solo se in grado di dotarsi di strutture idonee.
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2.4.4. La metodologia e le fasi attuative
Si è ritenuto di dover procedere per momenti sintetici intermedi via via sviluppati per approfondimenti successivi, suddivisi nel modo seguente.

Prima Fase (Il presente documento intermedio): assunzione di un'ipotesi metodologica di suddivisione del territorio in unità geoambientali con ulteriori suddivisioni in sottounità.

Seconda Fase (Progetto preliminare e definitivo):

    - verifica e conferma delle ipotesi di suddivisione geoambientale e analisi delle potenzialità e delle limitazioni d’uso di ciascuna unità ai fini delle scelte del P.T.P.;
    - messa a punto delle normative e dei particolari regimi di uso e tutela da utilizzarsi dalla Provincia nella gestione delle attività delegate e dai Comuni nell’attività pianificatoria;
    - individuazione dei temi dei programmi e dei progetti da realizzarsi in fase attuativa del P.T.P.

Terza fase (Attuazione del Piano): realizzazione dei programmi e dei progetti.

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2.4.5. Le unità geoambientali
Un’unità geoambientale è una porzione di territorio in cui sono presenti omogenee caratteristiche di tipo geologico definibili come:
  • condizioni litotecniche e geomorfologiche valori da salvaguardare e tutelare;
  • rischi connessi con l’utilizzo urbanistico in zone geomorfologicamente pericolose;
  • valori da salvaguardare e tutelare
    o risorse sfruttabili compatibilmente con la tutela dei valori e la difesa dai rischi.

Gli aspetti specifici utilizzati per la definizione delle unità geoambientali e delle sottounità sono stati i seguenti:

  • la morfologia, l’idrografia e la climatologia;
  • L’uso del suolo;
  • il contesto geologico con particolare riguardo ai suoi aspetti litotecnici;
  • gli agenti geomorfologici prevalenti;
  • il livello di pericolosità geomorfologica;
  • le condizioni geotecniche;
  • il livello urbanizzativo e la valutazione di rischio connesso;
  • le indicazioni normative per la classificazione ai fini della pianificazione urbanistica comunale;
  • i valori geoambientali da salvaguardare;
  • i corpi idrici superficiali e sotterranei, il loro livello di sfruttamento e di vulnerabilità e i possibili centri di pericolo e le modalità di tutela;
  • le modalità di smaltimento dei rifiuti e dei reflui;
  • le potenzialità estrattive e i loro limiti;
  • l'interesse turistico e culturale da orientare.

Nella legenda della cartografia allegata sono illustrate sinteticamente le unità geoambientali individuate.

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2.4.6. Gli indirizzi per la pianificazione provinciale e comunale
Occorre innanzitutto identificare i più importanti progetti di riassetto idrogeologico previ-sti dagli Enti locali, della Regione Piemonte e dell’Autorità di Bacino, verificarne per quan-to possibile la loro reciproca compatibilità e assumerli come elementi sovracomunali da rispettare.
Per quanto concerne la stesura delle indagini geologiche a corredo dei P.R.G.C. si deve ritenere che l’impianto normativo sia notevolmente evoluto in Regione Piemonte, per cui non si è ritenuto necessario sviluppare un ulteriore sistema vincolistico di carattere provinciale, ma si previsto di fornire indicazioni e indirizzi mirati ad omogeneizzare le indagini su alcuni temi fondamentali quali:
  • indicazioni da esaminare in dettaglio per ciascuna unità geoambientale;
  • simbologia e normativa di tipo geologico;
  • modalità di individuazione delle fasce di rispetto dei corsi d’acqua con eventuale proposta di modifica dell’Art. 29 della L.R. 56/77;
  • modalità di schedatura dei dissesti di vario tipo e delle opere di difesa idrogeologica e idraulica; modalità di schedatura delle opere di captazione;
  • modalità di schedatura dei dati geognostici, geotecnici e geofisici;
  • modalità di gestione dei dati in accordo con la Banca Dati Regionale;
  • modalità di redazione di relazioni geologiche, geotecniche, idrologiche e idrogeologiche;
  • indirizzi per il rilascio delle autorizzazioni comunali alle attività estrattive.
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2.4.7. Lo sviluppo in fase attuativa
La limitatezza delle indagini geologiche eseguibili nell'ambito delle vastità delle tematiche presenti, rende necessario il ricorso a fasi pianificatorie successive o ad approfondimenti tematici in fase attuativa del P.T.P..
Un elenco possibile è il seguente:
  • messa a punto delle osservazioni al Piano Stralcio per la Difesa idrogeologica e della rete idrografica del bacino del Fiume Po, per quanto concerne il F.Ticino e i Torrenti Terdoppio e Agogna;
  • messa a punto di un sistema di controllo del ciclo dell'acqua comprendente:

    - il controllo della qualità degli acquiferi sotterranei e superficiali;
    - il controllo degli scarichi civili e industriali;
    - il controllo degli sfruttamenti dei corpi idrici superficiali e sotterranei;
    - l’individuazione e la caratterizzazione dei siti contaminati;

  • modifica del vincolo idrogeologico ai sensi della L.R. n. 56/77, Art. 30, punto 1;
  • formazione di un Piano per la salvaguardia e la valorizzazione dei geotopi;
  • messa a punto di protocolli fra gli Enti proposti alla regolazione dei livelli del Lago Maggiore di concerto con la Provincia del V.C.O.;
  • organizzazione dei dati geologici secondo criteri informatici.
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