QUADRO ANALITICO CONOSCITIVO
IL CONTESTO REGIONALE - INTERREGIONALE
1.5. PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DELL'AREA NOVARESE
IN RELAZIONE AL CONTESTO REGIONALE E INTERREGIONALE:
UN'ANALISI SWOT

Nel delineare un quadro analitico/interpretativo, in grado di dar conto del posizionamento competitivo della provincia di Novara nel più vasto contesto del territorio del Nord-Ovest italiano, può risultare di una certa fecondità utilizzare analisi di tipo SWOT (Strenghts, Weaknesses, Opportunities, Threats). Tali analisi è finalizzata a identificare i punti di forza e di debolezza del sistema locale alla luce delle opportunità, dei rischi e delle sfide che si manifestano nell'ambiente esterno e - conseguentemente - a tratteggiare scenari evolutivi in grado di esemplificare possibili traiettorie di sviluppo della provincia.
Su questa base potrà svilupparsi il processo di pianificazione, inteso come un'attività multiattoriale, dialogica e interattiva, finalizzata a individuare gli obiettivi desiderabili, le strategie, le azioni da compiere - e i soggetti interessati - al fine di promuove un ordinato sviluppo economico-territoriale della provincia.


Punti di forza (Strenght) Punti di debolezza (Weakness)
La provincia di Novara è una "regione cerniera", collocata in una posizione geografica privilegiata, sia rispetto agli assi Lione-Trieste-Est Europa e
Centro Europa-Sempione-Genova-Mediterraneo, sia rispetto alle due principali aree metropolitane del nord Italia
L’area novarese è collocata in uno snodo infrastrutturale di eccezionale rilievo. Il suo territorio è interessato da una forte rete autostradale (A4, A26, A8), da una fitta rete su ferro e si affaccia sul nuovo scalo di Malpensa 2000.
Il necessario ammodernamento delle reti è in ritardo rispetto ai processi in corso. Le infrastrutture dello sviluppo sono oggi insufficienti di fronte alle nuove sfide competitive: la rete stradale e autostradale è in alcuni tratti sottodimensionata rispetto ai nuovi bisogni, l’armatura ferroviaria è poco integrata.
La situazione demografica è relativamente favorevole, soprattutto rispetto alle altre provincie del Piemonte: la popolazione è giovane e ancora in crescita.
I tassi di disoccupazione sono contenuti e non sono presenti violenti conflitti sociali.
La società locale mostra segni di conservatorismo e di inerzia, soprattutto rispetto alla capacità di produrre "innovazioni di sistema".
E’ presente un forte network di attori economico-sociali, rappresentativi di un tessuto ricco e articolato. La società locale è relativamente coesa ed è presente una buona condivisione dei grandi obiettivi strategici. E’ inadeguata la capacità di progettazione e di azione comune.
E’ bassa la propensione all’azione "congiunta" per la realizzazione di investimenti che rafforzino il "capitale fisso sociale".
Il ruolo degli enti locali è riconosciuto dai principali interlocutori economici e sociali: frequenti iniziative di discussione e concertazione.
Attesa nei confronti del PTP.
Richieste di coordinamento.
E’ difficile il rapporto con la Regione Piemonte, molto spesso ritenuta "Torino-centrica".
Manca una adeguata capacità di coordinamento e regia interistituzionale, soprattutto tra la Provincia e i comuni.
L’azione della pubblica amministrazione non è sempre efficace ed efficiente, soprattutto nei confronti delle domande poste dal sistema delle imprese.
Ritardi nell'avvio di azioni di pianificazione e di governo.
Il settore agricolo è forte e industrializzato, centrato su un tessuto di imprese ben organizzate.
Grandi potenzialità anche nei settori vitivinicolo e del florovivaismo.
La spinta industrializzazione e la mono-cultura risicola della pianura hanno modificato il paesaggio e ridotto la qualità ambientale delle aree urbane intercluse.
La coltura del riso si sta avviando verso un periodo di gravi difficoltà di mercato.
Non sufficiente attenzione alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti e agli orientamenti del mercato.

La tradizione imprenditoriale del novarese è antica: è forte una cultura d’intrapresa radicata localmente.
La grande impresa "fordista" è in difficoltà (ridimensionamento del polo chimico novarese) o in fase di ristrutturazione (editoria, settore alimentare).
Alcune centrali direzionali e decisionali delle grandi imprese si sono spostate altrove.
Il tessuto delle PMI è ricco e diversificato sotto il profilo settoriale e della dinamicità imprenditoriale.
Sono presenti due principali sistemi locali con caratteri distrettuali: il distretto meccanico della rubinetteria e del valvolame tra San Maurizio D’Opaglio e Borgomanero e il distretto del tessile/abbigliamento nell’area di Oleggio-Varallo Pombia con estensioni nella medio bassa pianura.
Il tessuto delle PMI è fortemente export-oriented.
Mancano aree industriali dotate di infrastrutture e servizi, adatte alla localizzazione di nuove imprese.
La delimitazione istituzionale dei distretti non rispecchia la loro realtà territoriale e organizzativa.
E’ stata finora assente una politica specifica per i distretti industriali.
I vantaggi del distretto meccanico (rubinetteria tra Borgomanero e basso Cusio) sono ancora troppo legati alla competitività dei prezzi.
Alcune filiere produttive tradizionali (tessile e abbigliamento) sono in difficoltà nel nuovo contesto competitivo.
I sistemi locali sono in sofferenza a causa della carenza dei servizi territoriali per le imprese e dei bassi livelli di connessione con le reti infrastrutturali superiori.
Sono presenti e fortemente radicate sul territorio aziende di credito che hanno avuto un ruolo storico nella promozione dello sviluppo locale: la Banca Popolare di Novara e la Banca Popolare di Intra. L’accesso al credito da parte delle PMI e alle imprese artigiane è limitato. Sono forti i problemi di finanziamento per i progetti imprenditoriali innovativi.
Novara è con Vercelli e Alessandria sede del polo dell’Università del Piemonte Orientale. Sono localizzate a Novara facoltà altamente qualificate. L’offerta formativa è scarsamente diversificata, soprattutto nei corsi di laurea più legati alla struttura produttiva caratterizzante il contesto novarese. Mancano in particolare offerte formative nel segmento dei diplomi universitari.
Novara è storicamente un importante polo della ricerca, dotato di centri di eccellenza di grande tradizione (Ist. Donegani, Ist. Metalli Leggeri). Le strutture e i poli tradizionali della ricerca sono stati ridimensionati: è in corso una "fuga di cervelli".
Sono presenti imprese innovative in settori ad alta tecnologia (chimica fine, materiali), nelle quali è impegnato capitale umano altamente qualificato. E’ insufficiente l’offerta di professionalità qualificate, sia a livello operaio sia ai livelli superiori. Manca una politica complessiva del capitale umano, dalla formazione professionale alla formazione universitaria e post-universitaria.
La provincia ha straordinarie risorse ambientali: i due laghi, il Mottarone, il Ticino, il Sesia, l’area collinare,... Il settore turistico è importante ma fragile, soprattutto perché poco innovativo e legato a una struttura d’impresa tradizionale.
Manca una offerta adeguata nei servizi a sostegno e a complemento del turismo ricreativo e nel segmento del turismo d’affari.
Novara è ormai un polo di livello regionale nel sistema dei servizi.
E’ forte e qualificata l’offerta nel settore della distribuzione grande e piccola.
Cresce la capacità del piccolo commercio di posizionarsi in segmenti di qualità.
La terziarizzazione che ha investito la provincia e soprattutto il polo novarese ha riguardato innanzitutto i servizi meno qualificati: è modesto il tessuto delle imprese di servizio ad alto valore aggiunto.

Opportunità (Opportunities) Rischi (Threats)
Effetti virtuosi della realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali previsti per il territorio novarese:
  • sviluppo degli effetti indotti dalla realizzazione dello scalo Malpensa 2000;
  • sviluppo del settore della logistica e dell’intermodalità (pieno dispiegamento delle attività del CIM);
  • progetto dell’alta capacità e riassetto del sistema delle infrastrutture sugli assi N/S ed E/O.
Crescente concorrenzialità di altre aree rispetto alla localizzazione di funzioni pregiate e di nuove imprese e alla capacità di appropriarsi degli spillover dei grandi progetti infrastrutturali:
  • l’area milanese sul fonte dell’alta direzionalità e del terziario avanzato;
  • Verona come grande polo logistico del Nord Italia;
  • le provincie della Lombardia occidentale rispetto agli effetti di Malpensa 2000;
  • le provincie lombarde e il vercellese rispetto all’offerta insediativa.
Sviluppo del polo universitario e integrazione con il sistema della ricerca e dell’innovazione. Impoverimento complessivo del capitale umano e progressiva "estroversione" della struttura economica della provincia (incapacità di trovare un profilo e crescente dipendenza da Milano).
Presenza di strumenti di concertazione già operativi (tavolo di concertazione) e programmati (Agenzia). Paralisi decisionale e "confrontation game" relativamente alle funzioni e all’operatività dell’Agenzia per lo Sviluppo.
Disponibilità nazionali e europee di incentivo e di trasferimento di know how per progetti di riqualificazione urbana e ambientale. Progressiva e ulteriore riduzione delle risorse e dei finanziamenti diretti allo sviluppo locale da parte dell’UE (con la ridefinizione degli obiettivi territoriali nel nuovo Programma Quadro) e del Governo nazionale (con una ulteriore accentuazione degli sforzi verso le regioni meridionali).
Processi di decentramento di competenze e di snellimento burocratico (pianificazione territoriale, formazione professionale, sportello unico, autonomia degli atenei universitari, ecc.). Indebolimento delle capacità tecniche e finanziarie degli enti pubblici .
Innovazioni radicali nella struttura del sistema del credito e degli intermediari finanziari e introduzione di strumenti innovativi di finanziamento. Perdita del radicamento territoriale delle grandi banche popolari del novarese per effetto dei processi di globalizzazione.
Possibile avvio regionale di un distretto agro-industriale risicolo e del vino. Aspettative di crisi strutturale delle colture risicole.
Elevata domanda di qualità ambientale e urbanistica dei nuovi insediamenti. Spinte speculative sul fronte immobiliare, in relazione ai grandi progetti in corso di attuazione, con conseguente riduzione della qualità ambientale e della qualità della vita.

Lo scenario virtuoso Lo scenario "critico"
Capacità di cogliere l’occasione della realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali per consolidare un ruolo della provincia come "area cerniera" di livello europeo e per favorire la creazione e la localizzazione di nuove imprese legate ai settori della logistica e del primo trattamento delle merci. Incapacità di realizzare le necessarie "infrastrutture per lo sviluppo" e riduzione del ruolo potenziale di Novara da snodo logistico e infrastrutturale di livello europeo a zona a sviluppo stagnante o addirittura declinante, estranea ai grandi circuiti internazionali materiali e immateriali.
Qualificazione di Novara come polo dei servizi al sistema produttivi, della ricerca e dell’università, fortemente integrato con i sistemi produttivi locali. Posizionamento del polo novarese come polo complementare, non competitivo, rispetto a Milano. Mancata connessione tra polo universitario e polo della ricerca, con conseguente affermazione per il polo novarese di un modello di terziarizzazione centrato sui servizi meno innovativi.
Rafforzamento della vocazione industriale della provincia, attraverso lo sviluppo della competitività delle PMI sui terreni dell’innovazione, della qualità e della ricchezza del capitale umano. Crisi del modello di crescita centrato sulle PMI in ragione della crescente concorrenzialità di prezzo di altri sistemi produttivi locali italiani ed esteri e in mancanza di una forte capacità di innovazione e qualificazione dei prodotti.
Rilancio di uno sviluppo "ambientalmente sostenibile" del settore turistico, fortemente intrecciato alla valorizzazione del patrimonio storico ambientale e paesaggistico. Riduzione della qualità ambientale e della qualità della vita, in ragione della realizzazione di operazioni e progetti non coordinati, ad elevata consumo di suolo e impatto ambientale.
Evoluzione marketoriented della produzione risicola, più rispettosa dell'ambiente e forte valorizzazione dei prodotti tipici nei segmenti delle colture non industrializzate. Crisi del settore della produzione risicola e riduzione drastica del peso dell’agricoltura nell’equilibrio economico-produttivo complessivo del novarese.
Capacità di coordinamento e programmazione tra istituzioni e attori sociali, e di realizzazione di progetti e politiche comuni. Buon funzionamento dell’Agenzia di Sviluppo e di altri strumenti di coordinamento (sportello unico, agenzie di sviluppo a livello di distretto, etc.). Buona capacità di progettare e implementare politiche "abilitanti" per lo sviluppo locale. Crisi e paralisi dei processi decisionali. Incapacità di realizzare progetti condivisi. L’Agenzia diventa più un ostacolo che un veicolo per costruire azioni comuni.
Ruolo crescente della provincia di Novara nei confronti delle Regioni, del Governo e dell’UE. Forte capacità di lobbying e di marketing territoriale. Forte capacità di coordinamento delle azioni dei comuni e di coinvolgimento dei comuni nell’elaborazione delle strategie di sviluppo. Debolezza crescente delle istituzioni e degli enti locali. Scarsa programmazione e scarso coordinamento delle azioni svolte dalle singole comunità locali.